Aspettare un arcobaleno

Dopo un aborto, sia precoce che tardivo, può accadere di avere un impulso forte, quasi irrefrenabile, ad avviare una gravidanza il prima possibile oppure di avere timore e preferire aspettare un po’ di tempo. Oggi, qui, mi piacerebbe esplorare i sentimenti che emergono quando si pensa ad una nuova gravidanza dopo una o più precedenti perdite.

“Ci si sente così vuoti dopo aver perso un figlio, che semplicemente non si pensa ad altro che a riempire quel vuoto…”

“Una parte di me voleva disperatamente essere di nuovo incinta, e un altra parte di me era terrificata dal pensiero di rivivere di nuovo la stessa cosa…”

“Impossibile sperimentare di nuovo quell’ingenua fiducia e convinzione che quelle due lineette significhino un bambino…”

Queste sono solo alcune delle frasi che le mamme dicono, ma rappresentano un esempio di come possano coesistere emozioni diverse, contrastanti, opposte, sia in donne diverse che nella stessa donna in momenti diversi. Si può essere estremamente fiduciosi e tranquilli di un esito positivo, si può provare molta ansia per il timore di un ulteriore aborto oppure si può essere preoccupati di riuscire nuovamente a concepire.

Ma facciamo un passo indietro.

Come si vive la sessualità dopo un lutto perinatale?

Difficilmente se ne sente parlare. Il classico tabù nel tabù, nonostante dopo poco tempo dalla perdita moltissimi intorno ai genitori gli ripetano costantemente di “riprovarci”, di “darsi da fare”, di “farne un altro”.

In realtà, dopo un trauma e una sofferenza così grandi, non è sempre facile per la coppia riconquistare la propria intimità, per molti motivi. Innanzitutto, entrambi stanno vivendo un lutto complesso e difficile da comprendere e integrare nelle proprie vite, che richiede tempo e impegno costante. A questo si somma il peso delle differenze individuali nel vivere ogni singolo aspetto della quotidianità del lutto, che aggiungono solitudine all’esperienza personale, anche nelle coppie più unite, perché uomini e donne non sono uguali, nemmeno nell’affrontare un lutto. La donna, inoltre, sperimenta la perdita anche fisicamente, attraverso il suo corpo che si modifica, che produce ormoni diversi che influenzano anche l’umore, che ha ricordi sensoriali precisi e intrusivi che possono rendere difficile il recupero della confidenza con alcune parti di sé.

Spesso queste differenze individuali, soprattutto se non esplicitate e condivise, possono portare a incomprensioni, a risentimenti, a accuse reciproche e convinzioni di essere i soli ad amare e ricordare quel bimbo che non c’è più, causando un ulteriore momento di crisi nella coppia.

Va da sé che, in situazioni simili, l’intimità non ritorni automaticamente né facilmente. Ci vuole attenzione e rispetto dell’altro e dei suoi tempi, ci vuole tenerezza, intesa e complicità. Ci vuole comprensione per le sensazioni fisiche di un corpo, che ha magari sofferto un cesareo o altre manovre ostetriche invasive, e per gli aspetti psicologici che, a volte, impediscono di provare qualsiasi cosa che non sia il dolore della perdita. Ci vuole pazienza, ascolto e capacità di non pretendere che tutto sia come prima, perché nella vita nulla torna come prima dopo una esperienza forte come una gravidanza con esito negativo e pretendere che ciò avvenga può solo rendere più difficile e dolorosa l’integrazione del lutto.

Quando ricominciare a cercare una gravidanza?

La decisione di provare ad avere un altro bambino è molto personale e non facile da prendere per molte ragioni. Come sempre, non c’è una ricetta giusta per tutti. Ha senso però, ad esempio, aspettare finché la mamma non si sia ripresa fisicamente dall’aborto o dal parto, finché entrambi i partner si sentano pronti a farlo, finché si ottengano i risultati di eventuali indagini mediche o anatomopatologiche che spieghino le cause della morte del bimbo.

Nel periodo immediatamente successivo alla perdita, i pensieri e le emozioni si susseguono e si accavallano in una sorta di ottovolante emotivo, mettendo a dura prova la fiducia nelle proprie capacità razionali, perché si pensa in rapida successione tutto e il contrario di tutto, e la propria autostima, perché si pensa di non essere state brave a proteggere quella vita e si ha paura di non riuscire mai più a farlo.

Di volta in volta si trovano importanti ragioni per iniziare una nuova gravidanza:

  • semplicemente perché vogliamo a tutti i costi un altro bambino,
  • perché pensiamo che sia l’unico modo di riempire quel vuoto immenso,
  • perché abbiamo fiducia che la prossima volta andrà bene,
  • perché è importante per il nostro partner,
  • perché pensiamo che sia la nostra ultima possibilità, se siamo un po’ più mature.

Ma esistono altrettante motivazioni personali per aspettare:

  • per la paura che finisca di nuovo male,
  • perché pensiamo di non riuscire a sopportare un eventuale altro aborto,
  • perché pensiamo che per noi sia troppo difficile concepire di nuovo,
  • perché siamo preoccupate del fatto che la nostra ansia influenzerà negativamente la gravidanza,
  • perché ci preoccupa quanto l’ansia per la gravidanza o l’eventualità di un ulteriore esito negativo possa sconvolgere gli equilibri familiari o di coppia.

Ora o più avanti?

Anche se spesso i medici forniscono opinioni discordanti sulle tempistiche da rispettare prima di intraprendere una nuova ricerca, ci sono indubbiamente alcune considerazioni da fare rispetto a maggiori attenzioni e tempi di attesa più lunghi, ad esempio in caso di gravidanza molare o extrauterina, aborto tardivo o nell’immediatezza della nascita o se ci sono analisi in corso dopo perdite ripetute.

Questi periodi di attesa possono essere molto frustranti. Sembra che la vita sia profondamente ingiusta e che non esista alcuna possibilità di controllo sulla propria capacità di essere genitore. Un buon modo per rendere l’attesa più accettabile può essere quello di dedicarsi al proprio benessere, fisico, psichico e spirituale. Ripartire dal proprio corpo, fare scelte di vita sane relativamente all’alimentazione, al fumo all’alcol, all’esercizio fisico può dare il senso di utilizzare il tempo dell’attesa per prepararsi nel migliore dei modi al futuro. Ciò permetterà anche di recuperare le energie indispensabili per affrontare la gravidanza, il lutto e l’arrivo del nuovo bambino, soprattutto se ci sono già dei fratellini cui dare le giuste attenzioni.

Valutare come sta procedendo il proprio percorso di lutto, eventualmente facendosi aiutare nel percorrerlo da uno psicologo qualificato, in modo da trasformare il dolore acuto in una emozione di dolce nostalgia mista all’amore provato nel breve periodo dell’esistenza del bambino perduto, può essere un altro modo per arrivare in condizioni migliori al momento in cui si darà il via ad una nuova ricerca. Ritagliarsi del tempo per dedicarsi ad attività che nutrano la nostra parte spirituale, dipingendo, danzando, scrivendo o connettendosi con la natura ci farà arrivare più serene all’appuntamento con il nostro futuro bimbo.

Qualunque sia il tempo di attesa prima di cercare una nuova gravidanza, consiglio sempre di cercare di fare in modo che le date della nuova gestazione non si sovrappongano a quelle della precedente, perché molte coppie testimoniano che vivere le stesse tappe negli stessi periodi dell’anno può risvegliare ricordi sgradevoli e ansiogeni ed aumentare i livelli di stress.

Durante la gravidanza

Le gravidanze successive a un lutto perinatale, soprattutto se ripetuto o avvenuto a termine, sono un viaggio complesso in cui si alternano momenti di grande eccitazione e speranza a momenti di grande paura, stress e ansia, sia per le madri che per i padri. Dal punto di vista medico è fondamentale scegliere accuratamente l’équipe che seguirà questo nuovo percorso, in modo tale da sentirsi al sicuro, comprese e libere di chiedere le informazioni e l’aiuto di cui si ha bisogno.

Spesso le visite sono più frequenti, la gravidanza è più monitorata, ma questo non attenua le preoccupazioni, anzi ogni visita può essere vissuta con il terrore di sentirsi ripetere le stesse parole della volta precedente. Non è raro che la preoccupazione sia così forte e pervasiva che per mesi non ci si concede nemmeno la possibilità di pensare questo bambino, di immaginarlo, di costruire il precoce legame con lui per la paura di perderlo, di non arrivare a conoscerlo, di soffrire nuovamente quella perdita devastante. 

Se ci si trova in una situazione simile, il consiglio è quello di cercare un supporto psicologico che aiuti a controllare l’ansia, la depressione, gli sbalzi di umore che possono accentuarsi negli anniversari e nelle visite. Sintonizzarsi sul proprio bambino, infatti, è fondamentale per accoglierlo nel modo migliore, avendo già instaurato con lui un rapporto di forte attaccamento che faciliterà la relazione con lui e la sua crescita armonica, ma sarà possibile solo se prima sarà stato trovato il giusto spazio interiore per il bambino perduto.

Anche i papà potrebbero avere necessità di un sostegno, per gestire i ricordi intrusivi, il bisogno di essere iperprotettivi verso la compagna, il forte senso di impotenza che li opprime o semplicemente per esprimere le proprie emozioni, spesso soffocate e represse in nome del mandato sociale di essere di supporto alla mamma dopo la perdita, come se a loro non fosse concesso soffrire.

Dopo la nascita

Pur non smettendo mai di ripetere che ogni situazione e ogni famiglia è unica, nella maggior parte dei casi dopo la nascita di un bambino i genitori sperimentano una esplosione di emozioni, anche in questo caso contrastanti fra loro. Si può essere infinitamente felici per la nuova vita che si ha tra le braccia e contemporaneamente terribilmente terrorizzati dalle responsabilità che ci aspettano e sfiniti dalle fatiche che un neonato comporta.

Dopo un lutto perinatale le emozioni possono essere ancora più complesse, potenti e destabilizzanti. Innanzitutto può manifestarsi una sorta di senso di colpa, nei confronti del bambino scomparso, per il fatto di essere di nuovo felici nonostante la sua perdita. Inoltre, si può essere profondamente felici per la nascita e totalmente disperati per la mancanza del bimbo che non ce l’ha fatta. I semplici gesti quotidiani per occuparsi del neonato possono risvegliare un dolore sordo per non averli potuti agire la volta precedente e, allo stesso modo, si può manifestare una acuta nostalgia per ciò che non è stato.

La nascita di un bimbo perfettamente sano non scaccia automaticamente la paura che qualcosa non vada bene, che accada l’imprevisto, che si ripeta il dramma già vissuto. Purtroppo, in alcuni casi, si può vivere uno stressante stato continuo di allerta, che si protrae anche a lungo, che rende iperansiosi e bisognosi di continue rassicurazioni da parte di professionisti. Ma prima o poi passa, credetemi. Se è estremamente invasivo e disturbante è ovviamente consigliato cercare un supporto psicologico.

Per concludere, ogni gravidanza è preziosa ma…alcune forse lo sono un po’ di più a causa dei vissuti che le accompagnano, delle difficoltà da superare e dei significati che portano con sé. Le gravidanze arcobaleno rientrano in questa categoria.

Se hai una storia da raccontare, una testimonianza che può essere utile ad altre donne, un dubbio da risolvere o una domanda da fare, non esitare a contattarmi o a scrivere qui nei commenti.

Hai bisogno di informazioni? Hai dubbi, domande, curiosità?

Scrivimi all’indirizzo paola.acquotti@me.com

o utilizza il modulo Contattami

Clicca qui per iscriverti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.