Gli uomini e il lutto: cosa potrebbe cambiare?

Le statistiche affermano che gli uomini sono molto meno disposti delle donne a cercare aiuto dopo un lutto. I ricercatori, dal canto loro, ci dicono che questo è un vero problema e che, in alcuni casi, può addirittura portarli a seguire i loro cari nella tomba.

Sembra una affermazione esagerata, vero?

Eppure, non si tratta di essere pessimisti o catastrofici, ma di accettare la realtà: il dolore può fare ammalare e, se non viene elaborato e non gli viene dato un senso, può avere conseguenze drammatiche. Secondo una ricerca condotta alla Miami University, i vedovi hanno una probabilità doppia di morire rispetto alle vedove. Le donne, infatti, avrebbero più facilità a sviluppare resilienza grazie ai rapporti di amicizia ed alla maggiore propensione alla ricerca di aiuto professionale.

Un altra ricerca, pubblicata sul Journal of Social Science & Medicine, ha cercato di comprendere le reazioni maschili alla morte di un giovane amico, rilevando come gli uomini fatichino a conciliare il senso di vulnerabilità che la morte suscita in loro con gli ideali maschili di forza e stoicismo.

Cosa impedisce agli uomini di chiedere aiuto quando soffrono profondamente per un lutto?

Purtroppo si tratta sempre della stessa vecchia storia: agli uomini viene socialmente richiesto di essere stoici, di essere forti per gli altri, di “essere l’uomo”. Esiste una sorta di aspettativa diffusa per cui un “vero” uomo deve nascondere i propri sentimenti, pena l’essere considerato un caso anomalo se per caso riconoscesse di essere a disagio e cercasse aiuto.

Per questo motivo molti si sentono obbligati a mostrarsi forti, per sostenere la compagna o i figli, non concedendosi il tempo di fermarsi, di realizzare ed elaborare l’accaduto, di lasciar uscire in qualche modo ciò che li tormenta dentro.

Questo mandato sociale ha come logica conseguenza il fatto che gli uomini non siano abituati a parlare dei propri sentimenti, che non lo facciano facilmente, e spesso non amino farlo, nemmeno nella cerchia delle amicizie o sul posto di lavoro. Fondamentalmente perché faticano a comprendere che benefici potrebbero ricavarne e che tipo di aiuto potrebbe essere disponibile per loro.

Uomini e donne vivono diversamente il lutto?

Naturalmente molto dipende dalla personalità, dalla storia personale, dalle circostanze e dal contesto in cui ognuno si trova. Esistono però alcune teorie sul lutto che cercano di fare luce su questo aspetto del lutto, che spesso crea molta sofferenza nelle coppie impegnate ad affrontare lo stesso lutto, ma in modi talmente diversi da sentirsi molto soli e rischiare di allontanarsi.

Secondo queste teorie esisterebbe un Lutto Intuitivo, che implica l’essere aperti verso l’espressione dei sentimenti, l’essere emotivamente consapevoli, il fare i conti con gli oggetti, con i ricordi tangibili, e un Lutto Strumentale, che implica un approccio più logico e concreto al dolore, volto al concentrarsi sulle necessità pratiche, sui problemi finanziari, sul funerale, ecc. 

Mentre il primo è più comunemente sperimentato dalle donne, dagli uomini ci si aspetta (e spesso gli si richiede) l’atteggiamento pratico legato al secondo. 

 Nessuno dovrebbe mai essere forzato a “andare oltre”, a “darsi una mossa”, a “superarlo e andare avanti con la propria vita”. A nessuno dovrebbe mai essere imposto un percorso preconfezionato e standardizzato per il lutto, né dovrebbe essere socialmente forzato a reagire in un determinato modo. Ognuno ha il diritto di imparare, con i propri tempi, a trovare la propria strada e a convivere con il proprio lutto.

Purtroppo però, il fatto di reprimere i sentimenti, soffocare il dolore e distrarsi concentrandosi sulle faccende pratiche, non permette di ricevere il supporto della famiglia, degli amici o di un professionista, e questo potrebbe portare a problemi psicologici successivi, dovuti proprio al non aver affrontato il lutto, lo stress e la sofferenza.

Il lutto può causare problemi di coppia?

Anche nel migliore dei matrimoni possono sopravvenire difficoltà di comprensione quando le normali modalità di relazione vengono spazzate via dal lutto.

Ad esempio, la comunicazione può diventare disfunzionale quando uno dei partner pone all’altro domande senza risposta, come “Perché a nostro figlio?”, oppure quando uno dei due evita di parlare dei propri sentimenti con l’altro per paura di trascinarlo con sé in una spirale discendente, anziché trovare e fornire conforto. 

A volte vengono poste all’altro richieste irrazionali, come quella di riuscire a toglierci quel dolore acuto che ci sta devastando o di assumersi tutti i doveri e i compiti che non si riescono ad assolvere.

Un altro problema frequente è quello di dare per scontato che anche l’altro sperimenti il lutto esattamente nel proprio stesso modo. In realtà ognuno sta affrontando un lutto unico e diverso da tutti gli altri, anche se si soffre per la perdita dello stesso bambino, perché unica e diversa era la relazione che ognuno ha avuto con lui. La situazione può degenerare in conflitto se uno dei due interpreta il modo in cui l’altro reagisce alla perdita come un indicatore del fatto che non amasse il proprio figlio a sufficienza.

È assolutamente fondamentale che i membri di una coppia in lutto siano consapevoli e comprendano profondamente l’impossibilità di aspettarsi che il proprio compagno/a viva il lutto nello stesso modo, proprio come non ci si aspetta la stessa similarità di atteggiamenti in una qualsiasi altra area o momento della vita.

Inoltre, spesso, le difficoltà aumentano per il fatto che non solo le strategie personali sono diverse, ma esiste anche una tipica mancanza di sincronicità: quando uno dei due si sente leggermente meglio, l’altro si trova, invece, in una fase di profonda crisi. Si tratta di una asimmetria che può manifestarsi in diverse aree: uno può trovare sollievo nel lavoro mentre l’altro non ha alcun interesse o si sente sopraffatto dai doveri, uno può voler rimuovere dalla vista tutti i ricordi mentre l’altro ci si aggrappa disperatamente, uno vorrebbe parlarne in continuazione mentre l’altro non riesce a esprimere i propri sentimenti al riguardo.

È importante, quando si notano queste divergenze, non sentirsi rifiutati, non pensare che l’altro non ci ami più come prima. Indubbiamente, dopo un lutto importante come quello di un figlio è impossibile essere la stessa persona di prima, per cui è abbastanza naturale aspettarsi che anche la propria relazione subisca dei cambiamenti per adattarsi alla nuova realtà. Si tratta di una delle tante perdite secondarie al lutto, dolorosa ma affrontabile e superabile. 

Per concludere

Uomini e donne hanno stili differenti nel vivere il lutto, per quanto le similarità siano moltissime.

Nonostante siano rintracciabili degli schemi di lutto tipicamente maschili, non esistono però delle regole scolpite nella roccia a cui gli uomini dovrebbero attenersi.  Anzi, sarebbe auspicabile una diminuzione della pressione sociale che li renda più liberi di esprimere il proprio dolore senza essere etichettati come “deboli”.

Sicuramente gli uomini soffrono per il lutto molto più di quanto dimostrino o di quanto ne parlino. Molte incomprensioni con il mondo femminile nascono proprio dalla tendenza a evitare di parlarne, ma anche dalla riluttanza ad ascoltare le donne quando esprimono i propri sentimenti al riguardo o cercano di convincerli a parlarne.

Gli uomini raramente piangono di fronte ad altre persone. Le loro lacrime sono più spesso versate in solitudine, magari guidando l’auto di ritorno dall’ufficio. Il più delle volte li fanno sentire più sconfitti che sollevati, oltre che suscitare vergogna.

Spesso esprimono il proprio lutto con modalità fisiche. Un papà in lutto una volta mi raccontò che, nei giorni successivi al funerale, passava ore e ore a tagliare legna. Non gli serviva a nulla di concreto, non doveva costruire nulla né possedeva una stufa per utilizzarla, ma era consapevole di scaricare emozioni potenti attraverso quell’estenuante esercizio fisico. Si potrebbe correttamente affermare che trasformasse le sue lacrime in sudore. Per lo stesso motivo, altri iniziano a fare interminabili sessioni di allenamento, a correre maratone o scalare montagne, oppure si buttano a capofitto nel lavoro sperando di esaurire tutte le proprie energie e crollare addormentati appena tornati a casa.

È importante che una coppia in lutto sia consapevole delle proprie differenze individuali nell’affrontare le sfide rappresentate dall’adattamento ad una nuova e indesiderata realtà. Solo essendo aperti alla diversità e accoglienti verso il proprio partner si potrà affrontare insieme il lutto, traendo forza e conforto l’uno dall’altro pur percorrendo sentieri diversi verso la stessa meta, l’integrazione del lutto nella propria vita in modo evolutivo.

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