
Dopo che l’impensabile è accaduto, dopo che il tuo bambino ha lasciato il tuo corpo senza che tu abbia mai potuto vedere il colore dei suoi occhi o sentire la sua voce, dopo il ritorno a casa e i primi giorni pieni delle premure di amici e familiari, quando tutti ritornano alle proprie vite tu… rimani da sola. Sola con il tuo dolore, con il vuoto che ti inghiotte, con il senso di colpa, la vergogna, con il tuo lutto e le mille emozioni diverse che lo accompagnano.
Non riesci a pensare abbastanza lucidamente da prendere una qualsiasi decisione o da riuscire a tornare al lavoro, spesso trascorri le giornate passando dal letto al divano, senza trovare uno scopo per cui valga la pena di impegnarsi almeno un po’.
All’inizio, nei primi giorni di shock, incredulità e stordimento, tutto questo è comune, frequente e socialmente accettato. Poi le persone cominciano a dirti che “Devi essere forte”, che “Devi darti una mossa e reagire”, che “Devi pensare al futuro”.
Ma cosa potresti immaginare ora che quel futuro che ti aspettavi, che desideravi, che sognavi e proteggevi con tutte le tue forze, non esiste più e non si realizzerà?
Ecco, in momenti come questi il solo fatto di essere in grado di decidere di fare un piccolo gesto che vada nella direzione del cercare di stare meglio, anziché fare cose autodistruttive come isolarsi, buttarsi sul cibo, rimuginare continuamente sull’accaduto e sui sensi di colpa, è la più grande dimostrazione di forza possibile.
La strada da percorrere dopo un lutto importante è fatta di piccoli passi. Piccole decisioni che dimostrano, prima di tutto a noi stesse, che ce la facciamo a fare un altro piccolo passo, anche quando sembra impossibile. Un passo dopo l’altro creiamo il nostro sentiero verso l’integrazione del lutto nella nostra vita e, piano piano, anche la nostra mente comincerà a credere che sia possibile continuare a vivere. Senza dimenticare nulla, cambiando inevitabilmente ma riuscendo ancora a godere della nostra vita.
A volte ci convinciamo che il nostro futuro sarà solo un lutto senza fine, crediamo che non saremo in grado di sopportarlo e, certi giorni, neanche desideriamo di riuscire a farlo. Ma imparare a vivere con il proprio figlio nel cuore invece che fra le braccia è possibile. Andare incontro ai capitoli successivi della propria vita è possibile, anche quando si è immersi in una nebbia così fitta da non vedere alcuna strada. È difficile credere che riusciremo ancora a sperimentare speranza e gioia nel momento in cui si prova solo dolore, ma, lo ripeto, è possibile.
Come si passa dalla disperazione alla speranza?
A piccoli passi, come quelli dei bambini.
Il lutto non è qualcosa che dobbiamo oltrepassare, come una montagna che ci ostacoli il cammino. È un viaggio attraverso la ricostruzione di sé, che passa attraverso le piccole cose, i piccoli gesti quotidiani che possiamo riuscire a fare anche quando non abbiamo alcuna energia vitale.
Ognuno troverà quelli più adatti a sé, non ci sono prescrizioni valide per tutti e quello che può dare conforto a qualcuno può risultare indifferente o spiacevole per altri. Quelli che seguono sono solo degli spunti, degli esempi per chi non sapesse da che parte cominciare nel caos della vita dopo un lutto.
Cerca di volerti bene
Permette di creare uno spazio di cura libero dal giudizio, dalle critiche, dai sensi di colpa. La ricerca afferma che l’amore per sé riduce lo stress e aiuta ad affrontare le avversità. Non occorre fare chissà quali grandi cose, se ti stai chiedendo come fare e pensi di non esserne capace. Come ti comporteresti con un caro amico che si sta riprendendo da un intervento chirurgico? Occupati di te con la stessa cura e amorevolezza che avresti per lui. Bastano 5 minuti al giorno, ogni giorno, in cui puoi fermarti, trovare un posticino tranquillo e rivolgere pensieri positivi a te stessa, riconoscendo le tue migliori qualità e accettando che ti meriti di stare meglio.
Ricerca relazioni supportive
È molto importante avere amici con i quali condividere tempo di qualità. Non solo le serate o le gite del weekend, ma momenti di reale intimità, in cui potersi esprimere liberamente, senza paura del giudizio, in cui poter mostrare la propria debolezza e sofferenza a qualcuno in grado d accoglierla. A volte saranno gli amici di una vita, a volte li troverai nei posti e momenti più impensati.
Regalati momenti di piacere

La tua gravidanza è finita prematuramente o nel modo peggiore possibile. Non è colpa tua. Non punirti per questo. Hai il diritto di assaporare ancora dei momenti piacevoli. Coccola te stessa e tutti i tuoi cinque sensi con qualsiasi cosa sia piacevole per te, perché le percezioni sensoriali piacevoli sono un ottimo promemoria per ricordare alla nostra mente che non tutto è perduto.
Alcuni esempi:
- Fai una doccia con un buon sapone profumato (olfatto)
- Fai un bagno caldo con dei sali o dell’olio da bagno (tatto)
- Indossa quella soffice e morbida maglia (tatto)
- Accendi una candela profumata (vista, olfatto)
- Ascolta musica rilassante (udito)
- Spalma una crema profumata sulla tua pelle prima di dormire (tatto, olfatto)
- Concediti un assaggio di qualcosa che ti piace tanto (gusto)
- Goditi una tazza del tuo the o tisana preferita (gusto)
- Aggiungi della panna alla tua cioccolata (gusto)
- Guarda il tramonto (vista)
- Cammina in un giardino fiorito (vista, olfatto)
Rafforza le tue competenze
Sii aperta al cambiamento. Non l’avevi previsto, non l’avevi desiderato, ma ora la tua vita è cambiata, tu sei cambiata. Così come le circostanze si sviluppano e cambiano, anche noi possiamo evolvere e uscirne più forti. Riconosci i tuoi punti di forza e le tue debolezze, è il primo passo per stare meglio. Stabilisci degli obiettivi, realistici e non troppo elevati, che ti diano il senso della direzione da seguire e la possibilità di gioire dei risultati raggiunti di volta in volta.
Dai valore alla tua storia
Non distrarti paragonandoti ad altri. La tua storia è unica. La tua identità è legata alle tue esperienze, da cui hai imparato in passato, belle o brutte che fossero. Lo so, non ce lo dice nessuno quando veniamo al mondo, ma ormai siamo adulti e dovremmo aver capito che la vita è una serie di “lavori in corso”, che ci piaccia o no. Ciò che farai oggi diventerà domani la tua storia, perciò fai in modo che non sia quello che è successo a definirti ma il modo in cui tu sarai in grado di reagire.
Non aver paura di ridere
Può sembrarti una bestemmia in questo momento. Come puoi anche solo pensare di ridere quando il tuo intero mondo si è frantumato? Eppure, un giorno, succederà qualcosa di buffo e ti ritroverai a ridere. Spero che non ti sentirai in colpa. Gli studi ci dicono che ridere diminuisce lo stress e aumenta le difese immunitarie. Sorridere e ridere stimola i muscoli facciali, i quali stimolano il cervello a rilasciare endofine, gli “ormoni della felicità”, in grado di alleviare temporaneamente il dolore. Godi di quei momenti in cui il dolore non è così tanto soffocante e scoprirai che non è necessario scegliere fra gioia e sofferenza: c’è posto per entrambi nella tua vita, persino contemporaneamente.
Trova le tue strategie, quelle più efficaci per te, quelle che ti fanno alzare dal letto ogni mattina ed affrontare la giornata, per quanto difficile sia, e, se ti va, condividile nei commenti qui sotto. Potresti essere utile a chi, come te, sta affrontando uno dei momenti peggiori della sua vita.
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