Gruppi di sostegno al lutto

Il lutto è spesso una esperienza molto solitaria, segnata da vissuti di incomprensione, isolamento, senso di estraniamento da un mondo che va troppo veloce e sembra non avere un senso. Perché allora non provare a viverlo in gruppo, approcciandosi a lui come ad un viaggio da fare insieme, in modo tale da poter fruire del calore della condivisione, della possibilità di confronto, delle possibili vie alternative suggerite da ognuno?

Sono molte le sfumature del lutto, diverse per ognuno e per ogni situazione. Non esistono scorciatoie per attraversarlo, occorre viverlo e, allo stesso modo, per offrire sostegno a chi lo sta affrontando non servono sterili descrizioni delle fasi che, teoricamente, lo contraddistinguono, ma  serve proporre percorsi diversi che lo approccino da angolature diverse, ponendo il focus di volta in volta su aspetti particolari, ma sempre con l’obiettivo di favorirne l’integrazione e facilitare la riorganizzazione della vita.

Chiunque può partecipare a questi percorsi, l’unica richiesta è che l’ultimo lutto sia avvenuto da non meno di un mese, in modo tale da aver superato il primo momento di shock legato alla perdita ed essere maggiormente predisposti a cercare una via per far fronte al meglio a questo momento critico dell’esistenza.

Uno di questi percorsi è espressamente dedicato ai professionisti della relazione d’aiuto e alla particolare forma di lutto che li può colpire a causa del loro frequente contatto con la morte dei pazienti: il lutto professionale. Per chi svolge professioni che implicano il prestare aiuto all’altro, soprattutto in momenti di alta intensità emotiva come il fine vita, è facile sottovalutare l’impatto che queste perdite possono causare a tutti i livelli, fisico, emozionale, relazionale, ed è, invece, fondamentale avere cura di sé, per poter essere di aiuto a chi sta vivendo un momento molto delicato dell’esistenza, ma anche per non morire un pezzo alla volta insieme ai propri pazienti. Per aumentarne l’efficacia, questo percorso di sostegno può essere declinato in modalità diverse a seconda del gruppo di professionisti che vi partecipa, in modo tale da creare una maggiore omogeneità fra le persone e i ruoli ricoperti. Ne esistono perciò tre versioni dedicate rispettivamente a Operatori Socio Sanitari (OSS), Assistenti Personali (AP) e badanti, medici e infermieri e a tutti i professionisti coinvolti in una forma particolare di lutto professionale che è il lutto perinatale (medici, infermieri, ostetriche, Oss, personale di T.I.N. …).

Il lutto è un viaggio solitario, facciamolo insieme.

Un percorso prima di tutto esperienziale, da affrontare in gruppo, per mettere a fuoco la vera natura del lutto, gli ostacoli che possono esserci alla sua integrazione nella vita, personale o lavorativa, l’impatto del disagio sociale che lo circonda, le strategie possibili per viverlo in modo evolutivo, l’importanza di avere un piano B.

Mappa dell’addio

Il lutto disorienta, sfuma i confini, annebbia gli orizzonti. Una mappa può essere utile per attraversarlo ed il sostegno dei compagni di viaggio sarà fondamentale per orientarsi fra le emozioni, le reazioni, i tabù, le risorse e le strategie possibili.

Verso l’integrazione del lutto nella vita. Chiudere i cerchi, concludere i sospesi

La morte pone fine alla vita, non alle relazioni. Prendiamoci il tempo per  esplorare insieme la possibilità di completare ciò che è stato lasciato in sospeso e facciamo spazio ad un nuovo tipo di relazione nell’ottica dei Continuing Bonds.

Aiutare chi aiuta. Percorso per prendersi cura del lutto professionale nelle relazioni d’aiuto

Questo percorso in gruppo di sostegno al lutto professionale permette di allenarsi a mettere in relazione i due piani, personale e professionale, coinvolti nell’esperienza, evitando di sovrapporli pur mantenendoli in contatto, al fine di rendere migliore il proprio essere professionisti, salvaguardando al contempo il proprio benessere, personale e lavorativo.

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