
Sono Paola Acquotti, psicologa, moglie di Claudio e madre di Davide e Nicolò e anche di un bimbo cercato, voluto, entrato ed uscito dalla mia vita nell’arco di poche settimane, con la velocità e la potenza di una meteora e con la stessa capacità di illuminare il mio mondo di amore, sogni e aspettative e di lasciare dietro di sé una scia di bruciante e devastante dolore.
Uno dei fili conduttori che nella vita guidano le mie scelte e la mia attività professionale è sicuramente l’esigenza, per me forte, di dare voce a chi non ce l’ha, a chi è ignorato, a chi non si vede riconosciuto neppure il diritto di esistere, proprio come i “bambini meteora”, cioè tutti quei bimbi mai nati o vissuti troppo poco, spesso senza un nome né un luogo in cui essere ricordati se non nel cuore e nei pensieri dei loro genitori, i quali a loro volta sono, purtroppo, invisibili e inascoltati. Da qui la scelta di offrirmi come supporto a queste mamme e a questi papà, di offrire loro un luogo ed un tempo protetti, in cui poter dar voce al loro dolore per la perdita o alla felicità di essere stati, anche se per troppo poco tempo, il papà e la mamma di quel bimbo unico e speciale che non vogliono dimenticare. Un luogo in cui dar voce alle paure e alle speranze, al passato ed al futuro, alle difficoltà quotidiane ed alle possibili soluzioni da trovare insieme.
Mentre tutti spingono a dimenticare e ad andare avanti con la propria vita, io esorto invece a parlare del proprio bambino e del proprio lutto, per elaborare la perdita, per sbloccare le energie congelate dal dolore, per sviluppare e consolidare quella resilienza che consentirà di vivere più serenamente il presente e progettare nuovamente il futuro, anziché semplicemente sopravvivere alla perdita. Parlarne con il partner, con i familiari e gli amici disposti ad ascoltare, con altre coppie con gli stessi vissuti, ma anche, perché no, con un professionista esperto che possa comprendere e fornire aiuto concreto e personalizzato e che, soprattutto, non tema di rapportarsi con il dolore, unico e particolare, provocato da questo lutto.
La morte è ancora un tabù nella nostra società, soprattutto quella di un neonato: non se ne parla ed è perciò molto difficile trovare persone disposte ad ascoltarci quando viviamo un lutto così devastante. Per avvicinarsi ad un dolore così intimo e profondo, come psicologa considero fondamentali, e perciò garantisco, un ascolto attento e empatico, il rispetto assoluto di qualsiasi emozione e vissuto, l’attenzione all’unicità della storia di ogni persona, possibili solo in uno spazio dedicato che offra la possibilità di aprirsi, sentirsi compresi e cercare, insieme, le modalità migliori per superare le difficoltà, con grande attenzione alle caratteristiche di ognuno e di ogni situazione, rifuggendo da qualsiasi soluzione preconfezionata.
Due parole sulla mia storia professionale
Mi occupo attualmente di consulenze e interventi di sostegno psicologico, sia online che in presenza, come potete vedere alla pagina Consulenza e Consulenza online. Organizzo periodici incontri a tema, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione publica sul tema del lutto in generale e di quello perinatale in particolare, corsi di formazione incentrati sulle diverse sfaccettature che il lutto può assumere, di cui alcuni dedicati a professionisti della relazione d’aiuto e a docenti e educatori, percorsi in gruppo di sostegno al lutto e workshop per avvicinarsi e prendere confidenza con emozioni profonde e imparare a gestirle. Fornisco inoltre un servizio totalmente gratuito di Ascolto Telefonico, in alcune fasce orarie settimanali.
Mi sono laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche c/o l’Università della Valle d’Aosta, con una tesi su “L’intervista come strumento per dar voce agli anziani: invecchiare bene nella nostra comunità. Un progetto nella Regione Valle d’Aosta”, e successivamente in Psicologia del Lavoro e del Benessere nelle Organizzazioni c/o l’Università degli Studi di Torino con una tesi su “La morte nelle istituzioni sanitarie. Vissuti, narrazioni e formazione degli operatori”. Sono regolarmente iscritta all’Albo dell’Ordine degli Psicologi della Valle d’Aosta, n° 234.
Precedentemente ho lavorato per molti anni all’interno di un Servizio Residenziale per gravi patologie legate alle dipendenze, occupandomi principalmente di educare alla cura della propria salute pazienti con alle spalle lunghe storie di poliabuso e con gravi malattie croniche, assumendo il ruolo di interfaccia fra loro ed i medici che li avevano in cura.
Per qualche anno ho lavorato in una Comunità Residenziale per patologie psichiatriche, all’interno della quale mi occupavo di espressione artistica, accompagnando i pazienti nella produzione di artefatti di vario genere che poi venivano regalati dai pazienti ai propri parenti oppure venduti in fiere. Lo scopo era duplice: dare visibilità alla malattia psichiatrica ed alle potenzialità presenti nonostante la malattia e fornire ai pazienti l’occasione di sentirsi protagonisti, artisti e in grado di produrre qualcosa di apprezzabile. Ricoprivo inoltre il ruolo di Direttore di un piccolo Giornalino della Comunità, il cui intento era quello di diffondere una corretta informazione sulla malattia mentale e, soprattutto, di dare voce ai pazienti, direttamente coinvolti nella produzione degli articoli.
Dal 1998 mi occupo di cultura delle cure di fine vita, collaborando con l’Associazione Il Bruco e la Farfalla – onlus (http://www.ilbrucoelafarfalla.org, www.dichiarazionianticipate.it) che si occupa di accompagnamento di malati terminali in ospedale o a domicilio, di sostegno ai familiari, di diffusione della cultura delle cure di fine vita e della promozione delle Direttive Anticipate di Trattamento, efficace metodo per decidere oggi quali trattamenti si vorranno ricevere in un futuro momento in cui non si fosse più in grado di comunicarlo.